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Il sovrappeso e la sindrome metabolica … fattori di
rischio. Oggi vorrei parlare della Sindrome metabolica o meglio di tutti quei fattori che la caratterizzano,quindi capire assieme in cosa consiste .La sindrome metabolica e’ una condizione clinica e vari sono i fattori che la inducono .Tra questi un indice è l’obesità con circonferenza vita superiore a 102 cm negli uomini ed 88cm nelle donne.Un altro indice importante e’ avere i trigliceridi superiori a 150 mg/dl come anche avere il colesterolo hdl inferiore a 50mg/dl o la glicemia superiore a 110mg/dl o avere una ipertensione.Il controllo e la prevenzione dunque risultano di fondamentale importanza. Ad esempio una ipercolesterolemia sottovaluta con valori di ldl elevati puo’ portare a malattie coronariche e cerebrovascolari,cosi’ come puo’ portare agli stessi rischi l’avere trigliceridi elevati.In questo contesto entra il discorso di seguire una buona dieta ed affidarsi ad un Nutrizionista che puo’ attuare un protocollo di prevenzione nel caso di persona sana o un protocollo dietetico di intervento nel caso di persona gia’ affetata da sindrome metabolica o dislipidemie ,al fine di riportare i valori di sopra elencati all’interno del range di normalità.La dieta e’ la terapia base per le dislipidemie,in quanto anche se si utilizzano farmaci,la correzione dei parametri potrà avvenire solo abbinando il tutto ad una corretta dieta.In numerosi studi inoltre e’ documentato la correlazione tra aumento di peso e livello di colesterolo e trigliceridi,quindi e’ bene intervenire il prima possibile… infatti una disponibilità eccessiva di substrati energetici(glucidi-lipidi) porta ad una iperlipemia per aumento della produzione epatica di VLDL.Una buona dieta quindi deve tener in considerazione la riduzione dei grassi al di sotto del 30% delle calorie totali ma cio’ non basta in quanto e’ importante vedere bene che tipo di grassi ingeriamo.La dieta allora e’ indirizzata proprio in tal senso. Di seguito dunque riporto un breve elenco di tutti i grassi che ingeriamo e il loro effetto sull’organismo.I grassi saturi di origine animali sono quelli piu’ dannosi e bisognerebbe mantenerli al di sotto del 10% cosi’ come i grassi Trans che tendono ad aumentare le Ldl(i grassi trans sono quelli ad esempio delle margarine).I grassi vegetali poi pur non essendo di origine animali non sono la miglior fonte di grassi solo perche’ vegetale, in quanto sono ricchi di grassi trans. Un’altra classe di grassi sono gli acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6.Un esempio di omega 6 è l’acido linoleico che si e’ dimostrato capace di ridurre i livelli di Ldl ma purtroppo anche quelli di Hdl. Gli acidi grassi omega 3 invece rivestono un ruolo importante e la loro assunzione e’ fondamentale e risultano essere capaci di ridurre i livelli di trigliceridi plasmatici,ridurre i livelli di fibrinogeno,ridurre la viscosità ematica,aumentare la produzione di ERDF,ridurre l’adesione e la migrazione dei monociti.Un’ultima classe di grassi invece sono quelli monoinsaturi,un esempio e’ l’olio di oliva. Essi sono la piu’ valida e ragionevole alternativa ad altri tipi di grassi.Numerose ricerche infatti hanno evidenziato che la loro assunzione riduca la colesterolemia e le ldl e non induce ad aumento dei trigliceridi plasmatici,inoltre hanno azione preventiva nell’aterosclerosi… da qui la loro importanza nelle dieta mediterranea che consiglio sempre ai mie pazienti di seguire.Un ruolo poi davvero fondamentale nelle dislipidemie e’ quello della fibra alimentare,essa ha un ruolo attivo nel metabolismo lipidico.Le fibre idrosolubili infatti formando soluzioni viscose intraluminari rallentano l’assorbimento dei glucidi con consegunete produzione in meno di insulina che comporterebbe a una sintesi epatica ridotta di colesterolo.Questa breve dissertazione spero che sia stata di aiuto per le persone che intendono attuare una modifica delle proprie abitudini alimentari in favore di uno stato fisico piu’ salutare garanzia di lunga vita. Dott.Riccardo Passarelli 10/10/13
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