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VITAMINA D E COLESTEROLO ? La dislipidemia è uno squilibrio dei valori del colesterolo totale (TC), del colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C), idei trigliceridi (TG) e delle lipoproteine ad alta densità (HDL-C). La vitamina D si è visto essere correlata in tutto questo attraverso meccanismi sia genetici che non genetici. La vitamina D è coinvolta nel metabolismo dei lipidi attraverso meccanismi genetici mediati dal recettore della vitamina D (VDR). Il gene VDR è localizzato sul cromosoma 12 (q11-q13). Diversi studi hanno dimostrato che, in alcune popolazioni, alcuni polimorfismi VDR sono associati a livelli più elevati di trigliceridi e colesterolo La vitamina D inoltre è correlata nel metabolismo dei lipidi anche attraverso vie non genetiche, interferisce in effetti con la produzione di lipidi nei seguenti modi: Aumentando l’assorbimento intestinale di calcio può svolgere un ruolo nella modulazione della proteina microsomiale di trasferimento dei trigliceridi (MTP), riducendo così la sintesi e la secrezione di trigliceridi . L'aumento dei livelli di calcio intestinale riduce inoltre l'assorbimento intestinale degli acidi grassi a causa della formazione di complessi insolubili calcio-grasso. Il calcio può promuovere la conversione del colesterolo in acidi biliari, con conseguente riduzione dei livelli di colesterolo. 25OHD regola il PTH. Pertanto, la 25-OH-vitamina , regolando il PTH, potrebbe regolare i valori dei trigliceridi . L’ipovitaminosi D potrebbe inoltre influenzare la funzione delle cellule beta e la resistenza all’insulina, influenzando così il metabolismo delle lipoproteine e determinando un aumento dei livelli di trigliceridi e una diminuzione dei livelli di HDL-C. L’effetto della vitamina D sul profilo lipidico è stato studiato anche in sottopopolazioni con rischio cardiovascolare più elevato, come i pazienti con diabete mellito di tipo 2 (T2DM), trovando correlazioni significative . La resistenza all’insulina ha effetti sui lipidi ; pertanto, la vitamina D, avendo un ruolo regolatore sulla resistenza all’insulina , potrebbe agire anche sui lipidi nei pazienti diabetici attraverso questo meccanismo. Vi sono poi vari studi che dimostrano cio’, ad esempio per citarne uno …in un recente studio sono stati analizzati un gruppo di 120 pazienti sauditi adulti con DIABETE TIPO 2 controllato che hanno ricevuto 2000 UI di vitamina D al giorno per 18 mesi. Dopo questa cura si è verificzato un miglioramento del profilo lipidico (una diminuzione di LDL-C e TRIGLICERIDI ) e un miglioramento della funzione HOMA-β INSULINO RESISTENZA. Dunque se abbiamo valori di Colesterolo elevato o se abbiamo insulino resistenza, andiamo sempre a verificare i valori della nostra Vitamina D e integriamola nel modo corretto con l'aiuto del professionista che ci segue DOTT.PASSARELLI R.
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