Tiroide-Alimentazione-Sovrappeso
Un corretto funzionamento della tiroide è alla base del nostro metabolismo.Oltre a mantenere una quantita adeguata di macronutrienti come le proteine nella dieta rivestono un ruolo importante anche micronutrienti quali Magnesio,iodio,selenio,zinco,vitamina b12,vitamina A,vitamina D e vitamina C. Piu’ in dettaglio: Iodio: L’ormone T3 ha 3 molecole di iodio;L’ormone T4 ne ha 4. Dunque la tiroide non può funzionare senza iodio. Selenio: E’ un cofattore necessario nella produzione di tiroxina (T4), Inoltre converte T4 alla forma più attiva, T3. Zinco: Necessario per la sintesi degli ormoni tiroidei. La carenza di zinco può provocare ipotiroidismo. Molibdeno: enzimi molibdeno-dipendente svolgono una funzione nel sistema ossidativo dei tireociti (cellule epiteliali della tiroide). Essi svolgono un ruolo importante nel rilascio di T3 (tireoglobulina) dalla ghiandola della tiroide. Boro: aiuta la conversione da T3 a T4. Rame: svolge un ruolo importante nel metabolismo della tirosina, che è un precursore di T4 (tiroxina). Cromo: migliora l'attività dell'insulina e gioca un ruolo importante nella regolazione del rilascio di insulina con effetti sui carboidrati, proteine e il metabolismo dei lipidi. La conversione di T4 a T3 è influenzato dall’ insulina, in modo indiretto, il cromo aiuta in questa conversione. Manganese: necessario per trasportare l'ormone tiroxina nelle nostre cellule. Magnesio e Calcio: Il Calcio e magnesio devono essere equilibrati nel corpo per garantire il corretto funzionamento della tiroide. Se vi è troppo calcio puo’ esserci una diminuizione degli ormoni tiroidei. Il magnesio è un regolatore per l’ assorbimento del calcio e la sua utilizzazione.Tutte le volte che aumenta la ritenzione di calcio da incremento di funzione paratiroidea, rallenta l’attività della tiroide. Vitamina C: Utile per migliorare l’assorbimento dello iodio. La scelta degli alimenti quindi riveste un ruolo fondamentale,alimenti ricchi in selenio e quindi utili sono ad esempio lo sgombro, il tonno, il salmone, il pollo, il tacchino, le frattaglie, le uova, la quinoa e gli altri cereali, i funghi shitake e i semi di girasole. Alimenti ricchi in vitamina d utili sono sardine,gamberetti,burro,semi di girasole. Un grasso importante non sempre utilizzato è anche l’olio di cocco, che contiene circa il 50 percento di acido laurico, un acido grasso a catena intermedia di piccole dimensioni.Esso inibisce l’attività di enzimi coinvolti nella sintesi dei grassi, in particolare l’acetil-CoA carbossilasi e l’acido grasso sintasi, e questo effetto combinato -attivazione metabolica da una parte e ridotta produzione di grassi dall’altra, risulta particolarmente utile in chi soffre di rallentamento metabolico e incremento di peso. Alimenti invece da limitare sono i latticini in quanto ricchi in grassi e calcio che è uno dei principali antagonisti della ghiandola tiroidea; tutte le volte che aumenta la ritenzione di calcio da incremento di funzione paratiroidea, rallenta l’attività della tiroide. Tiocianati e composti sulfidrilici inibiscono l’attività dell’ormone tiroideo impedendo che lo iodio si leghi alla tireoglobulina, Gli alimenti ricchi in queste sostanze appartengono quasi interamente alla famiglia delle brassicacee e comprendono: Cavolo Cavolini di Bruxelles Broccoli Cavolfioreri Senape La dieta per migliorare la funzione tiroidea deve prevedere un apporto calorico aumentato da un punto di vista proteico (25-30%) sfruttando fonti povere in grassi come carni bianche, pesce, uova, evitando soia,latticini ,alimenti gozzigeni e fornendo una giusta dose dei micronutrienti sopra elencati.In ultimo minimizzare l’esposizione a pesticidi e a derivati della plastica, contenenti xenoestrogeni e altri interferenti endocrini,ridurre l’infiammazione utilizzando fonti di acidi grassi omega 3 come pesci grassi,semi di lino,noci. *Tale discorso è valido nei casi di insufficiente apporto di iodio nella dieta,nelle tiroiditi autoimmuni come quella di Hashimoto invece risulta importante eliminare gli alimenti in grado di attivare risposte autoimmuni, primo fra tutti il glutine come da recenti studi publicati e caseine.
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